Uno scaffale per la Riviera, Mostra bibliografica al Museo di Palazzo Borea d’Olmo

25 marzo 2008 | 08:49
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Uno scaffale per la Riviera, Mostra bibliografica al Museo di Palazzo Borea d’Olmo

Questa piccola ma interessante raccolta di volumi dedicati al Ponente Ligure dal ‘600 al ‘900 spazia tra vari argomenti (turistici, naturalistici e storici)

La Sezione di Sanremo dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri partecipa alle iniziative organizzate in occasione della X Settimana della Cultura presentando “Uno scaffale per la Riviera”, mostra bibliografica allestita al Museo di Palazzo Borea d’Olmo.
Questa piccola ma interessante raccolta di volumi dedicati al Ponente Ligure dal ‘600 al ‘900 spazia tra vari argomenti (turistici, naturalistici e storici), integrando ed accompagnando la presentazione del volume di Domenico Astengo “L’altro sguardo: artisti e viaggiatori in Liguria dal ‘700 al ‘900” (prevista al Museo per venerdì 28 marzo alle ore 16.30).
L’esposizione bibliografica è visitabile dal 25 al 30 marzo, secondo gli orari del Museo (da martedì a sabato ore 9 – 12 e 15 – 18; domenica ore 15.30 – 19).
Descrizione della mostra:
Lo sviluppo forsennato dell’edilizia e la trasformazione della società iniziati negli anni ’50 intaccano profondamente la Riviera modificandone gli aspetti naturalistici, l’ambiente umano e le tradizioni che ne costituivano il peculiare fascino. Per almeno due secoli, sulla scia dei Grand Tours iniziati nel ‘700, la Riviera attrae inglesi, francesi, tedeschi e russi che l’amano profondamente, la osservano e la studiano in tutte le sue caratteristiche.
Passata l’euforia del cambiamento post bellico, già dagli ’70 le ricerche di alcuni studiosi quali Astengo, Bessone, Quaini e Bernardini, danno inizio alla “riscoperta” di quel patrimonio di osservazioni e di studi dato alle stampe soprattutto dai turisti  stranieri.
Il termine “Riviera”si trova nella cartografia dal XVII secolo con la specificazione di Riviera di Genova di Levante e di Ponente e, nel 1740, la Guida del Salmon precisa che “non è riviera un fiume che porta tale nome, ma significa quello spazio ch’è tra l’Appennino e il mare, lungo il territorio di Genova….più propriamente direbbesi spiaggia o costiera”.
Le prime descrizioni sono soprattutto riprese dal mare con l’illustrazione delle spiagge e dei paesi ove il viaggiatore, non ancora turista, sosta per il pernottamento a terra. L’arco del Golfo da Genova a Nizza o Antibes viene percorso di preferenza con le feluche, piccole galee a remi e a vela. Ciò avviene perché il tratto via terra è estremamente disagiato e, in alcuni passaggi, considerato pericoloso per lo stato di abbandono della via, che si riduce quasi sempre ad una mulattiera o ad un sentiero (alla fine del ‘600 Lyverdis impiega ben sei giorni da Nizza a Genova).
Tutti però concordano sul gradevole paesaggio e sui profumi: “è un luogo dei più deliziosi d’Italia che, nella loro stagione, spande per tre leghe profumi di arancio e di limone” ricorda lo Scrivano della regna di Polonia nel 1647. Il  profumo è quello del “limon S. Remi” descritto l’anno precedente da Giambattista Ferrari nelle “Hesperides sive de malorum aureum cultura et usu”.
Con tutta probabilità la prima immagine a stampa del golfo è rappresentata dagli agrumi, i “malaurana” che verranno poi citati da Peter Stephens nella didascalia dell’incisione dedicata a San remo del 1767. Pochi, quindi, i viaggiatori che sbarcano dalle feluche nei paesi per passare la notte o che affrontano le ben sedici “poste” terrestri elencate da “Il viaggio in pratica” del 1785.
Sono la sistemazione della Strada della Cornice, per opera di Napoleone e poi del regno di Sardegna, e l’avvio del collegamento ferroviario da Parigi a Nizza, ad aprire le porte della Riviera al turismo internazionale. Il successo di Nizza e Mentone si allarga verso Bordighera e Sanremo, anche grazie alla descrizione romantica di Giovanni Ruffini nel “Dottor Antonio” pubblicato in Inghilterra nel 1855. In seguito anche localmente, soprattutto per l’iniziativa dei Conti Roverizio di Roccasterone, vengono prese iniziative che illustrano le bellezze ed i vantaggi della Riviera dal punto di vista paesaggistico e medico. In seguito, dal viaggiatore che sosta in una locanda, spesso non accogliente, nasce il turista che sempre più tende a trascorrere in una villa ridente la stagione invernale, lasciandosi alle spalle il freddo ed il grigiore del suo paese del Nord. Tale turista, ripartendo, vuole poi portare a casa il ricordo di quel soggiorno in un album fotografico. Si moltiplicano così le pubblicazioni dedicate alla Riviera, al paesaggio, all’ambiente e anche alle osservazioni naturalistiche su flora, fauna e reperti archeologici. Bicknell ed Hambury sono i personaggi maggiormente noti fra i tanti ed hanno lasciato un’eredità che si perpetua oggi in un museo e nei ben noti Giardini. I vari volumi vengono arricchiti sempre più da illustrazioni spesso ricercate che lasciano via via il posto alla fotografia, alle “guide” e, rapidamente, al grande sviluppo della cartolina.
   Dopo la lunga pausa imposta dalla Grande Guerra riprendono le pubblicazioni. Tra le tante si evidenzia quella dei coniugi Berry che nel 1931 pubblicano la guida “At the western gate of Italy”. Dopo arriva il turismo moderno, con manifesti pubblicitari e cartoline. Ma questa è un’altra storia.